Un ricordo di Francesco Rosi

Ho appreso solo ieri sera, con dispiacere, della scomparsa del grande regista Francesco Rosi. Ho questo ricordo legato a lui: dieci anni fa mi sono recato al Premio Fiesole ai Maestri del cinema, per incontrare, d'accordo con il suo manager e con un noto critico cinematografico, Bertrand Tavernier, per poterlo invitare di persona a presentare il suo ultimo film a Brescia. Convinto che il premio fosse dedicato a lui, ho invece scoperto che era dedicato a Rosi e che Tavernier gli avrebbe consegnato il premio. Arrivato verso le 13 ho avuto quindi l'onore di pranzare con entrambi, scoprendo Tavernier come un intellettuale fanatico di cinema che non ha fatto altro che citare Aphaville di Godard per tutto il tempo, mentre Rosi si è rivelato una persona affabile e di cuore. Ho colto l'occasione, cercando prontamente di invitarlo ad una serata dedicata a lui, nel cinecircolo che allora dirigevo, al che mi ha risposto: "mi sento in obbligo morale di partecipare, ma purtroppo la mia età avanzata non mi dà la forza di muovermi spesso da casa". Tutto qua, è stato bello ed è rimasto un buon ricordo.
Alla fine anche l'incontro con Tavernier non si fece, motivo? Gli allora amministratori della cultura bresciana mi dissero che non sapevano chi fosse questo Tavernier, e se non conoscessi registi di maggior rilievo come Salvatores o Tornatore; così non stanziarono fondi. Questo è uno dei motivi per i quali non mi occupo più di cineforum e simili

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